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A cura di L. Abbate, B. Gallerano,
A. Iapoce, L. Zipparri

L'IPOTESI RELAZIONALE
NELLA
PSICOLOGIA ANALITICA




Atti del X congresso
nazionale del CIPA

Il CIPA (Centro Italiano di Psicologia Analitica) è con l’AIPA (Associazione Italiana di Psicologia Analitica) una delle due filiazioni nazionali della IAAP (International Association for Analytical Psychology). Attraverso i due Istituti (Roma e Milano), il CIPA cura la formazione di nuovi analisti junghiani secondo i criteri determinati in ambito IAAP e promuove attività scientifiche e culturali, come il congresso da cui è stato ricavato il presente volume.

All’interno della letteratura psicodinamica si è soliti contrapporre il paradigma intrapsichico a quello relazionale, poiché si ritiene rimandino a due modalità antitetiche di immaginare il funzionamento mentale che traggono le loro radici da presupposti teorici sostanzialmente differenti. Tali paradigmi sembrano descrivere in modo completamente diverso la stessa esperienza umana. 
Il primo paradigma, quello intrapsichico, rimanda a una concezione della mente monadica, il secondo, quello relazionale, rimanda a una concezione della mente diadica e interattiva. Questa contrapposizione tra due modalità antitetiche di immaginare il funzionamento psichico appare però artificiosa, poiché ogni incontro analitico “ospita” in sé sia il livello intrapsichico sia quello relazionale, cioè sia il mondo interno del paziente e dell’analista sia l’incontro e l’interrelazione tra le due realtà psichiche, anche se le due dimensioni difficilmente possono essere co-presenti alla mente del terapeuta.
Con questo X Congresso la psicologia analitica si è interrogata sulla possibilità di rintracciare nelle opere di Jung quei fili che servono a esplicitare la sua posizione rispetto a queste tematiche. Il pensiero di Jung, così ricco e multiforme, è indice della complessità del funzionamento psichico e dell’impossibilità di ricondurre e ridurre tale complessità a una visione univoca e unilaterale?
Nelle opere di Jung ci sono anche elementi che permettono di affiancare oppure di sostituire alla concezione prevalente dell’oggettività della psiche un’ipotesi relazionale: molte, ad esempio, sono le intuizioni significative che fanno riferimento alla comune inconscietà, alla contaminazione psichica, alla participation mystique ecc., concetti poco sviluppati dagli epigoni di Jung ma che trovano forti analogie con teorizzazioni interne al mondo freudiano.
La varietà degli interventi e delle opinioni espresse dai relatori rispecchia la ricchezza della teoria junghiana ed è indice della possibilità che tale teoria ha di affrontare il “relazionale” e di dialogare, offrendo talvolta soluzioni, non solo con il mondo freudiano ma anche con altri indirizzi psicologici, senza annullarsi in essi, anzi portando un proprio personale contributo.

SDL/11, pp. 424, f.to 14x21, Euro 24,79
ISBN 88-87131-25-2, I ed. novembre 2000

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