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a cura di Franco Castellana
Angelo Malinconico
GIOCHI ANTICHI
 
PAROLE NUOVE



Il Gioco della Sabbia
nel campo analitico


Gli autori:
Paolo Aite / Cristina Bascetta / Assunta Bona / Franco Castellana / Livia Crozzoli Aite / Antonietta Donfrancesco / Sandrina Fersurella / Harriet S. Friedman / Jean P. Kirsch / Romano Màdera / Angelo Malinconico / Rie Rogers Mitchell / Paolo Paolozza / Francesco Porseo / Lella Ravasi Bellocchio / Lidia Tarantini / Michele Angelo Venier.

Il gruppo è stato promosso da Paolo Aite ed è da lui condotto da oltre vent’anni; ha prodotto diversi lavori scientifici e convegni (il più impegnativo a Roma nel 1994, all’Orto Botanico, dal titolo: “Sognando con le mani”). Da tre anni il gruppo si è costituito come associazione, denominata “Laboratorio Analitico delle Immagini” (L.A.I.), della quale è presidente lo stesso Paolo Aite.

Da anni è attivo un gruppo di studio, composto da analisti junghiani, impegnato sul tema del “gioco della sabbia” nella terapia analitica dell’adulto. Questo volume ne rappresenta, in qualche modo, il “manifesto” culturale ed operativo. Il gruppo ha prodotto, nel tempo, una continua intersezione tra prassi analitica e ricerca di coordinate metapsicologiche.
La ricerca è andata indirizzandosi verso la complessa intersezione tra immagine, fisicità e concretezza, evocatrici di una rinnovata possibilità di verbalizzazione (“le parole nuove”) e di un’integrazione di piani tra di loro diversi ma per noi “teleologicamente” convergenti. In questa fase del lavoro è stata dedicata particolare attenzione all’importanza di un ascolto analitico che si muovesse su almeno due piani, di cui uno passava per il materiale portato nell’hic et nunc dal paziente e nell’analisi del nostro controtransfert, e l’altro mediante un ascolto di tutto ciò “attraverso la sabbiera”. 
Proprio in relazione alla possibilità da parte dell’analista di riuscire a tenere insieme questi due piani e a restituirli al paziente con lo strumento dell’interpretazione, abbiamo potuto prendere sempre maggiore consapevolezza tanto della validità della nostra metodica quanto della complessità delle dinamiche che si mettevano in atto con l’introduzione della sabbiera nel campo analitico.
Tutto ciò ci ha spinto sia ad approfondire la riflessione teorica sia ad accentrare ancor di più la nostra attenzione sull’impatto che la sabbiera provoca, non tanto e non solo nel paziente quanto, soprattutto, sulla coppia analitica.
“...il mio analista mi invitò ad osservarmi intorno: ‘Forse lei avrà notato...’.
In quel momento preciso vidi una cassetta dipinta di colore celeste e ricolma di sabbia per metà. Dietro ancora una brocca d’acqua con alcune bocce trasparenti riempite con svariati colori in polvere. Mi sentivo confusa e in imbarazzo poiché mi sembrava impossibile che tante cose così particolari fossero sfuggite alla mia visione. Notai inoltre disposti con cura su una serie di mensole e mensolette una grande quantità di oggetti. Case in miniatura, templi e astronavi. Uomini e donne e bambini di svariate dimensioni nei costumi antichi e moderni. Cestini e vasellame, contenitori chiusi o aperti. In basso conchiglie, sassolini e pietre colorate, biglie, rami, un corallo rosa... Questo universo di ridottissime dimensioni, dove a me sembrò non mancare nulla di ciò che colmasse il mondo, creò in me uno stato d’incantamento. ‘Dove ero capitata?’.
L’analista mi spiegò che ‘quel vassoio o sabbiera’, l’acqua, gli oggetti delle scansie sarebbero stati uno ‘strumento ulteriore’ all’interno dell’analisi e nel rapporto che si sarebbe creato minuto dopo minuto, giorno dopo giorno, fra me e lui.
Mi spiegò che in quello spazio avrei potuto, attraverso le mie mani, far sognare il mio corpo, non appena me la fossi sentita. Quel primo giorno segnò solo l’ingresso verso un tipo di lavoro che a tutta prima mi sembrò davvero insolito e fascinoso anche se un senso di brivido mi si annidava silenzioso fra cuore e stomaco” (Dall’Introduzione).

 


SDL/16, pp. 332, f.to 14x21, ill. col.,  Euro 20,50,
ISBN 88-87131-41-4, I ed. marzo 2002

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