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ATALANTA
FUGIENS
di Michael Maier




Introduzione e commento di
Maria Irmgard Wuehl

 

 

Maria Irmgard Wuehl, analista junghiana a Milano; socio del Centro Italiano di Psicologia Analitica (CIPA), membro dell’International Association for Analytical Psychology (IAAP); svolge da anni la funzione di docente presso l’Istituto di Milano del CIPA.
Si occupa da molto tempo della relazione tra psicologia analitica e alchimia; tra i suoi saggi sull’argomento ricordiamo il commento al Mutus Liber che ha curato per La biblioteca di Vivarium.

Il commento di M. I. Wuehl a questo straordinario testo alchemico di Michael Maier (indicazioni sull’autore e sui contenuti dell’opera il lettore troverà nelle prime pagine di questo volume), che prende spunto dal mito greco di Atalanta, intende fornire una chiave di lettura analitica del grande sogno collettivo degli alchimisti, individuando nella loro particolare produzione simbolica processi profondi e inconsci da sempre universalmente presenti nella psiche dell’uomo. Si tratta dunque di un approccio simbolico, in un certo senso un ritorno all’alchimia originaria, dalla quale Michael Maier già si stava allontanando, fornendo della sua opera – l’Atalanta Fugiens – un’interpretazione allegorica che preludeva al nascente pensiero ‘scientifico’ moderno.
Il cardine dell’alchimia è il solve et coagula, due movimenti contrari che l’alchimista produce intenzionalmente nella materia. Sciogli il solido e solidifica il liquido. Tutto ciò che è permanente, tutto ciò che appartiene alle nostre abitudini deve essere dissolto con il calore e tutto ciò che è volatile, incerto e fluttuante deve essere solidificato, indurito.
In questo principio alchemico si riconosce la problematica degli opposti. Il confronto tra coscienza e inconscio porta a una specie di dissoluzione della personalità cosciente; il soggetto ritirando le sue proiezioni prende dolorosamente atto dei profondi limiti della personalità, perde l’identificazione con le sue dominanti stabili dando però avvio a una trasformazione, alla sua ricomposizione in una totalità più vasta. La ricerca alchemica della ‘pietra dei filosofi’ è considerata da Jung il modello del processo di individuazione rivolto alla ricerca del Sé.
Il metodo dell’alchimia, come dice Jung, è, psicologicamente parlando, il metodo dell’amplificazione. Per giungere a una comprensione dell’esperienza oscura dell’alchimista, dobbiamo cercare di dilatarne gli accenni e ampliarli con l’aiuto di materiale associativo e analogico. E’ questo lo scopo che la Wuehl si è prefissa in questo viaggio attorno all’Atalanta e ai suoi simboli, attingendo il più possibile ai numerosi passi dell’Opera di Jung che si riferiscono ai testi alchemici.
L’opera alchemica, se sappiamo cogliere e comprendere l’essenza del suo linguaggio metaforico, ci darà così un’indicazione del “Come si diventa ciò che si è”.
 

 

 

 

VIS/3, pp. 232, f.to 14x21, ill. b/n, Euro 18,00,
ISBN 88-87131-47-3, I edizione ottobre 2002.

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